Giornate di allenamento
Cari amici, ci farebbe piacere rendervi partecipi dell’avventura che sta cominciando ai Campionati Mondiali Femminili in Australia.
Sono terminate le giornate di allenamento e da domani le nostre due ragazze affronteranno la loro prima giornata di gara. I nostri colori saranno difesi da Elena Fergnani in classe club (Discus A) e Margherita Acquaderni in classe 18 m (Ventus 3)
Durante l’ultima settimana abbiamo preso le misure con il territorio; non proprio da prendere alla leggera a causa dei 40 gradi a terra, 3500 metri di base in secca e sotto qualche cumulo anche i 3800m. Sarà una cavalcata nel mezzo dei ìgli ormai noti incendi che stanno mettendo a dura prova questa meravigliosa terra e i suoi abitanti.
Anche i temporali degli ultimi giorni sulle montagne non hanno migliorato la situazione; anzi. I fulmini rappresentano un evidente innesco di incendi e le piogge raramente riescono a mitigare il fenomeno anche per il fatto che l’acqua provenendo da quote cosi elevate evapora quasi interamente prima di toccare terra.
Siamo tecnicamente pronti. Serve ora equilibrio, una buona dose di effervescenza agonistica, intelligenza tattica e tenuta fisica.
Confidiamo nelle nostre atlete e nel coach che le assiste.
Giornata 1
Che gran livello a questi campionati femminili. Temi tra i 400 e 500 km per tutte le classi. Caldo torrido e un po’ stabile per un bel 40 gradi a terra.
Prima parte dei temi in termica secca per poi raggiungere i cumuli sul primo pilone che più o meno accompagnano i concorrenti fino alla fine del task alternandosi a chiazze di blu. Base cumulo a 3800 m.
Gara piuttosto tattica per la 18 m a causa dei decolli un po’ lunghi. Alle 14,30 la classe si vede costretta a partire per 480 km. Ottimo comportamento di Margot fino a metà gara; la zona di blu la disturba forse più delle altre scegliendo qualche giro di troppo nel 2m/s e qualche planata a velocità troppo timida. Nel finale una grande decisione di partire sotto regolo e veloce contando sull’appoggio delle colline per riconquistare la planata su casa. Brava! Ottimo colpo di reni.
Coraggiosissima Elena che sapendo di avere un handicap sfavorevole non può accontentarsi di stare con le altre. Parte così qualche minuto dopo il gruppetto che conta, lo raggiunge, lo supera sotto i cumuli e si prepara per un finale equilibrato e senza pretese. Peccato che la sequenza di 2,5 e 3.0 m/s è insufficiente a fronteggiare il 5,7 m/s e un paio di 4.0 m/s delle vincitrici di prova. Fino a tre termiche dalla fine Elena si trovava palesemente seconda in battaglia con un’australiana. Una prova coraggiosa, tutta di attacco. In un campionato di 13 prove i valori vanno e vengono e così farà anche un po’ la fortuna.
Ora è importante decongestionate lo stress della prima prova. Sarà un campionato lungo dove la tenuta fisica sarà una variabile fondamentale da gestire. Oltre al caldo, i temi lunghi, ci sta anche la gestione dell’ossigeno oltre i 3000m da dover considerare.
Giornata 2
Meteo dura che induce il task setter a diversificare i temi. 18m e Club verso nord e poi ovest e standard dirottata completamente a sud ovest. Quest’ultima è stata decisamente più fortunato nel suo cammino incontrando cumuli oltre i 3000 metri.
Sofferta la gara delle 18 e club costrette ad un tema per il 90% nel blu.
Saggia partenza di Margot con il primo gruppetto. Scelte diverse nell’aggiramento della montagna del Kaputar la portavano a perdere il contatto con il gruppetto rischiando di essere fagocitata dal secondo gruppo popolato dalle tedesche. Un guizzo da pilota da montagna la porta a capitalizzare un bel aggancio nelle golette ai piedi del Kaputar riportandosi così a ridosso delle francesi e allungando sul gruppetto che inseguiva. A quel punto un finale magistrale in condizioni ormai marginali: alleggerimento di carico, ultimo bel metro abbondante agguantato e via a casa da 60 km con 100 m sulla planata. Gran bell’allungo.
Elena fatica ad avere tutta la quota in partenza ed è costretta a partire per ultima, 7 minuti dietro tutte, con ben 400 metri in meno. Sono bastati 80 km per riprendere e staccarle. Nel blu la fuga diventa difficile e decide di rimanere con il gruppetto che si mostra troppo timido per affrontare le ultime termiche in indebolimento. Un gruppetto che si accontenta troppo e subisce passivamente l’indebolirsi della situazione meteo perdendo l’opportunità di agguantare qualche 2,5 che il cielo delle 17,45 ancora poteva offrire ai più arditi.
Peccato perché poteva esser un altro bel risultato per Elena che è comunque perfettamente sul pezzo anche se leggermente staccata. Dopo gli atterraggi ingresso di brezza di mare che si trascina con se le polveri dei fumi delle colline che bruciano a est. Fumi in arrivo per domani? Vedremo.
Ottimo risultato di squadra. Per la seconda volta siamo primi di giornata. E nel team Cup Italia al numero 1. Incrociamo le dita. Dobbiamo mantenere la concentrazione e sapere che il fisico dovrà tenere per 12 giorni ancora con i 40 gradi di oggi.
Giornata 3
Tanto sudore per nulla! Grande slancio da parte del task setter che decide per un AAT di 5 ore per la 18m e 4,30 h per la classe club. Decolli anticipati alle 11,30. Agganci sicuri con quote però non superiori ai 1800 metri fino alle 12,15. I cumuli compariranno solamente dalle 15 in poi coprendo un tratto del tutto marginale del percorso; il 30 per cento circa.
Visibilità critica fin da subito a causa di una circolazione da est che porta sul terreno di gara i fumi che nascono dai boschi delle colline.
A più riprese il task setter decolla a bordo di un motoaliante per l’osservazione della situazione sulla visibilità. Poco prima delle 16 perviene un messaggio di cancellazione del tema. Viene indetto un Team Captain Briefing durante il quale Italia e Francia prendono posizione contro un’ inopportuna pressione di alcune squadre, mediante i propri team captain, per la cancellazione del tema.
Siamo per il rispetto di qualsiasi decisione da parte di chi ha l’autorità e la responsabilità per prenderle. L’ingerenza e le pressione ingiustificate sono giudicate inopportune.
Peccato, dopo 3/5 di gara e 3 ore di sudore dover mollare tutto. Il duro lavoro dell’atleta è anche quello di accettare valutazioni e decisioni non condivise; pronti per un nuovo lavoro indisturbati nello spirito. Stasera serata Australiana con carne di agnello e musica rock pop accompagnata dalla chitarra di Brad Edwards, simpaticissimo Campione del mondo 1991.
Una AAT di 3h,30 e di 3h rispettivamente per la classe club e 18m. Tema perfettamente centrato, al limite delle possibilità di chiusura a causa di un congesto previsto attorno alle 17 su Lake Keepit.
Qualche velatura di passaggio rendeva difficile l’individuazione delle zone migliori da sfruttare all’interno delle aree.
Margot decolla per ultima in un cielo che si spegne. E rimarrà spento sotto la copertura per tutta la giornata. Fino a metà gara il volo di Margot procede bene. Poi, un po’ troppa fretta di raggiungere i cumuli al sole la portano ad incappare in un punto basso che paga pesantemente. Come spesso accade un punto basso senza valore rompe il ritmo, spezza la fluidità di azione e ti costringe ad un’azione macchinosa per ritrova la scioltezza che produce media oraria.
Margot perde punti, ma la conosciamo. Da grande maratoneta sa affrontare le situazioni difficili e reagire con temperamento.
Elena sceglie un ottimo tempo di partenza, in compagnia delle tedesche. Lavora con loro e sotto i primi cumuli tenta l’allungo. Le riesce e se non fosse per un paio di valori leggermente modesti sul finale avrebbe vinto per distacco.
Ottimo temperamento e ottima visione strategica della gara. Brava Elena. Abbiamo perso punti nella team cupa m troveremo le risorse per reagire.
Duro lavoro!
Giornata 4
Australia, terra consumata dal secco e dai fuochi. Assistiamo quasi impotenti ad un fenomeno che pare quasi portarci via questa meravigliosa terra.
Speriamo nei temporali; li vediamo là in fondo lampeggiare e non sappiamo se di fatto siano una soluzione o una parte del problema. I fulmini infatti non sono altro che un nuovo innesco e la pioggia sembra non toccare terra. Ne sentiamo il profumo ma nulla di più; evapora prima di arrivare a terra. Per la prima volta speriamo che acqua dal cielo santifichi un campo di gara di volo durante una competizione. Assurdo ma vero.
Oggi Margot ha battagliato con un 560 km. Ben cominciato ma sul finire dei cumuli incappa in una lunga e sfortunata planata che la porta a spezzare il ritmo. Altri 150 km senza un vero valore, uno di quelli giusti. In gergo si dice non in fase; quando le avversarie si fermavano in 3,2 – 3,8 m/s a lei toccava il 2,2 – 2,5 m/s. Un metro in meno per circa 150 km. Planate senza respiro costrette ad interrompersi dopo pochi chilometri. Poi una planata finale inventata, con 700 metri in meno di tutte le altre le ha fatto limitare i danni. Ci sono tanti aspetti positivi nel suo atteggiamento di gara che ci fanno sperare in una rimonta. La osservo in gara e penso che Margot sia un bellissimo esempio per molti atleti.
Elena ha scelto un strategia di attacco, in solitaria. Coraggiosa ma forse ha preso troppi pochi rischi; forse troppo alta nella fascia di lavoro. Un volo da manuale ma da domani ci metteremo un po’ di allungo, un po’ di rischio in più. Talvolta la perfezione non si sposa con una migliore resa.
Che dire. Amiamo il volo, amiamo le nostre atlete e da domani le porteremo più in alto. Ad astra per aspera,
Giornata 5
Le occasioni mancate sono quegli episodi che un atleta non digerisce; quelli che non fanno dormire di notte. Perché ciò che è perso è perso. E un regalo alle avversarie è un regalo per sempre. Ma un atleta deve saper metabolizzare, ritrovare la propria centratura nel suo grande lavoro serale, anche notturno, dove un atleta non smette di lavorare; spesso da solo.
E questo sarà il duro lavoro delle nostre atlete dopo questa giornata passata a 40 gradi a terra.
I decolli anticipati alle ore 11,30 hanno solo prolungato l’attesa dei piloti per più di un’ora e mezza dopo l’apertura del traguardo per una AAT di 3 ore per la club e di 3h, 15’ per la 18m.
Un’ Elena subito all’attacco sotto i cumuli a base 3000m ci fa ben sperare. Ottimo ritmo mantenuto fino all’ultima termica sotto l’incombente copertura che obbliga un finale da 70 km. Un banalissimo errore di calcolo per un incomprensione con la tecnologia (mettiamola così) la costringe ad una salita con 1,2 m/s per guadagnare gli ultimi 500 m che alla fine risulteranno del tutto inutili. Un errore imperdonabile a questi livelli che costa circa 70 punti. Molto probabilmente la vittoria di giornata e comunque un mancato salto in classifica generale. Abbiamo abbondantemente analizzato l’accaduto e probabilmente Elena diventerà maestra dei finali. Speriamo da domani.
Margot produce un bellissimo primo lato, meglio di tutte; poi il blu e un errore di costruzione geometrica sulla AAT scopone la sua azione. Il ritmo va a farsi benedire e l’azione diviene fluida solo a tratti. Un orario di partenza più tardivo l’avrebbe sicuramente favorita nella pianura del nord trovando una situazione più “fatta” come si dice in gergo per definire una situazione pienamente matura. Questo tratto di Australia è volovelisticamente disomogeneo a causa della sua morfologia. Colline generose e pianure che danno il loro meglio solo nelle due ore centrali della giornata.
Sono certo che Margot troverà il ritmo ed entrerà in simbiosi con questo parte di paradiso volovelistico. Ci credo!
Intanto inaspettatamente abbiamo riguadagnato punti nella Team cup. Ma….asta la vista!
Giornata 6
Un revival degli anni 60! Mio padre mi raccontava dei Mondiali in Argentina nel 1963 (Aimar ci sei?) dopo una distanza libera di 542 km, record italiano per decenni. Specchietti per farsi avvistare dai trainatori; un recupero aereo durato 2 gg a tratti con traino doppio. Fissavo quei racconti nella memoria perché immaginavo che quel volo a vela sarebbe morto per sempre.
E invece…10 Gennaio 2020.
Tema di gara improponibile di 540 km per la 18 m e di 420 km per la classe club. Serata internazionale pianificata da giorni. Meteo di Sky sight peggio mai vista. Sarà uno scherzo; si dice che in Australia il prefrontale sia il top!
Si decolla alle 12,00; 800m ground. Alle 13 siamo ancora a 1400m ground e nessuno si muove. Fremo, come sempre in queste giornate, perché so che guardarsi uno addosso all’altro è la cosa più orribile del volo a vela. Se fossi per aria sarei sicuramente andato. Non posso forzare la mano, bisogna sentirselo. Di certo comunico che sarà una gara di distanza. Chi prima parte prima produce. Ma è ovvio! E’ il volo a vela!! Si fa con un aliante e le termiche; quando riusciremo a spiegare che funziona così? Nel calcio i Mister insegnano a giocare con gli schemi più belli o a picchiare duro sulle gambe degli avversari? Ecco nel volo a vela noi insegnamo a fare i falli invece di fare il volo a vela.
Margot perde per poco il treno delle Ceche. Peccato. Il prossimo treno passerà dopo 40 minuti. Un treno che perde carrozze dopo 40 km; e allora cosa serve guardarsi una con l’altra se poi ci si perde dopo 40 km? Margot è davanti al gruppo. Le ceche atterrano dopo 70 km; prendono sottovento l’unica montagna dell’Australia. Scusate l’ironia; ma è un po’ andata così. Si meritavano di vincere solo per il coraggio. Margot cerca di scaracollare ad ovest ma le mancano 200m. Troppo tardi. Anche lei cade nella trappola di un piloncino messo li apposta come una rete da pesca.
Forzo un po’ su Elena che parte dopo un gruppetto di tre. Sono solamente e 14,00 in una giornata con 40 km di vento. E il vento, in un circuito, prima o poi ce l’hai sul muso! Il gruppo parte alle 14,35. Elena ha 40 km di vantaggio. Se solo li conservasse fino alla fine delle termiche sarebbe bingo! Il vantaggio si deteriora sulle tedesche. Arrivano fino a 15 km. Girato il pilone col vento in faccia basterebbe un buon termichino, li prima della foresta. Ma la foresta brucia e il fumo oltre a deteriorare la visibilità deteriora anche il riscaldamento. Faccio preparare la squadra sperando che il rimorchio la raggiunga prima che Elena tocchi terra. M’immaginavo un atterraggio alle 19,00 e invece qualcosa non ha funzionato. Elena tocca terra troppo presto. Il gruppo dietro, ancora alle 18,45, sfrutta delle termichine che gli permettono di sorvolarla ed andare oltre.
Alle 17,30 mando un messaggio alla direzione immaginando che l’international party sia annullato. Niente! Credono che ci sia soltanto un po’ di ritardo. Ma come? Ancora non se ne sono resi conto? VANNO TUTTI PER TERRA! A mkeà percorso, non a dieci dalla fine.
Alle 18,50 il CT polacco chiede se è possibile un recupero dei sue due piloti club da un prato di 1600m di lunghezza. Certo! Ma è troppo tardi. Allora il capitano chiede se qualcuno ha un rimorchio per un ASW19 ed uno Jantar. Non ci credo.
Alle 19,15 la Francia ci contatta per comunicarci che il nostro rimorchio era stato opzionato per i suoi due alianti standard. Buona a sapersi. Ma noi torniamo alle 22,30 dal recupero. E la Francia ci aspetta per montare il nostro Discus e impossessarsi del nostro rimorchio. E le pilotesse? Intanto tornano in autostop. Ci chiamano perché nel frattempo hanno raggiunto una cittadina a 40 km da Lake Keepit. Ma noi ci siamo già passati. Allora ci chiedono se dopo aver scaricato l’aliante possiamo tornare alla cittadina per prendere almeno una delle due pilotesse. Alessandro, squadrista di Margot, si offre. Ma nel frattempo la 18 m francese è fuori campo e hanno un solo rimorchio. Doppio giro di rimorchio. Ma come, e il motore del JS3? Troppo tardi per accenderlo perché le pilotesse sono atterrate al buio.
Insomma mentre noi scriviamo è mezzanotte ed Alessandro sta andando a recuperare qualche pilota. Il resto degli alianti verrà recuperato il giorno dopo, giornata di riposo.
La serata internazionale è rimandata a domani. Mah… VOLO A VELA d’altri tempi.
Giornata 7
Una giornata di riposo dovuta ed una di riposo per condizioni incerte hanno determinato il giro di boa di questi mondiali. Ci scuserete, cari lettori, se anche noi ci siamo assentati.
Peccato, avremmo potuto raccontarvi in diretta il grande senso di giustizialismo dei concorrenti esaudito con il lancio in piscina del task setter per il grande errore dell’ultima prova che ha portato tutti i concorrenti in fuori campo.
Avremmo potuto raccontarvi del nostro volo (io e Marco) a bordo del Duo Discus in una difficile giornata che poteva a nostro giudizio essere di gara, nonostante i 25 nodi di vento al momento del nostro atterraggio.
In queste due giornate abbiamo pensato di ricaricare le batterie delle nostre atlete; Elena è molto vicina al podio; Margot ha il desiderio di ritrovare il suo stato di forma lasciandosi scivolare quell’eccessivo senso di responsabilità che la contraddistingue. Abbiamo un obiettivo importante di risalire nella TEAM CUP.
E magicamente oggi, in una giornata sbocciata in ritardo e divenuta splendida, abbiamo percepito il vero potenziale dei nostri piloti. Ancora deve concretizzarsi in pieno il gesto tecnico ma abbiamo visto il vero potenziale.
Elena sceglie splendidamente il tempo di partenza. A metà gara è nettamente prima con circa 8 km/h su tutte. Prima di entrare nell’ultimo settore ha sofferto di una insufficiente efficace lettura del cielo; la presenza di un compagno che condividesse questi momenti avrebbe potuto essere l’elemento vincente. Almeno tre possibilità si prospettavano in quel momento. Credo che Elena abbia scelto quella più scontata dal punto di vista della traiettoria trascurando le possibilità che offrissero una dose di rischio potenzialmente superiore ma energeticamente più redditizie. Le tedesche e le francesi se la sono giocata e hanno potuto così superare Elena solamente nell’ultimo lato. In sintesi direi tecnicamente velocissima; da curare meglio l’aspetto strategico. Un compagno avrebbe aiutato.
Margot è stata tra le più veloci fino all’ultima termica; solamente 3 km/h dalla vincitrice a testimonianza che tecnicamente (se persiste un’approccio sereno) siamo veloci. Un volo condotto in totale solitudine a testimonianza dell’autorevolezza con la quale ha saputo affrontare questo cielo . E’ mancato un valore importante sul finale che le consentisse un finale veloce; brava a convertire il finale da 2,5 MC a 1,5 con una planata finale di 125 km a 60 di efficienza.
Sarebbe sufficiente mantenere questo livello per farci arrivare al podio per nazioni. Elena è li ma… incrociamo le dita! Margot, vorremmo vederla sempre come oggi!
Tornati a casa Italia ci aspetta una cena che solo un cuoco d’eccellenza come Marco può garantire. Lo stato di forma della ragazze è preservato da una servizio cucina che Marco Scarafoni ci garantisce ogni giorno dall’inizio della gara. Un plus che per noi fa la differenza!
Giornata 8
In questo ciclo meteorologico il cielo d’Australia pare offrire condizioni insignificanti, vittima di una certa stabilità. Al crescere della temperatura è un esplosione che trova il suo massimo tra le 14,30 e le 17,00. 2,5 ore di orgia volovelistica dove respiri la sensazione che questa terrà sembra stata creata per il nostro sport.
Oggi era una di queste giornate; l’aggancio delle prime trainate sembra faticoso. Prima 1000m (eco), poi 1300, poi 1600 dopo un ora finalmenmte il 2200m. E lì comincia la festa.
E festa è stata per la 18m in cui sono state tenute medie per i primi 200 km (su 501 totali) di 170 km/h. Anche Margot ha lottato con le prime fino al pilone più lontano per i primi 230 km. Poi un calo anomalo che non danno giustizia del valore di Margot. Chiude sfiorando i 140 km/h; ma non bastano per questo livello esasperato di concorrenza.
Vince per la quarta volta (terza di fila) la simpaticissima Ailsa McMIllian che a bordo del suo JS1 non par temere per nulla il JS3.
Elena parte 4 minuti dietro il gruppetto franco tedesco. Perde terreno ma poi produce 2 centraggi incredibili con più di 5 di media see you. Raggiunge il gruppo al pilone a nord ovest e tenta di lasciarle indietro. Purtroppo con l’handicap una francese le sta davanti e vince la prova il cavallo imbizzarrito Jo Davis che si avvale sinceramente di un handicap favorevole a bordo del suo Asw20.
Serata dedicata al babajaga party. Si tratta di un simpaticissimo rito di iniziazione per le pilotesse che partecipano ad un primo campionato del mondo. L’iniziazione consiste nel leggere un testo nella lingua di una delle streghe pilotesse esperte che la introducono nel mondo delle competizioni. Letto il testo le giovani pilotesse travestite da streghe prendono il volo a bordo della scopa volante con la propria strega madrina.
Beh sembra che le competizioni femminili siano più simpatiche di quelle maschili. Mi ci sto quasi affezionando! Con dovuto rispetto.
Giornata 9
Allora. Non si sa bene da che parte cominciare perché il sangue è al cervello.
Clima incerto, europeo, con stratificazioni, passaggi di coperture alte, zone molto forti alternate a zone di sopravvivenza; insomma il nostro pane. Mah…forse.
AAT per tutti, come da copione. Ma i cerchi sono grandi e dobbiamo capire come sfruttarli. Da una attenta analisi di Skysight scopriamo l’incertezza sul secondo e sull’ultimo cerchio per via di coperture previste.
Da qui l’intuizione. Pianifichiamo una uscita con rimorchio appresso e ci piazziamo nel punto più strategico per dare informazioni in diretta sull’evoluzione meteo. Mentre Alessandro guida io siedo col PC a vedere trackers degli avversari, parlare per radio, mandare messaggi e formulare strategia.
Elena deve rischiare giocandosela da sola. Non c’è da fare melina perché il tempo stringe e la situazione sarà in peggioramento nella seconda parte del pomeriggio. Elena parte, per prima, davanti a tutte come quei grandi piloti che sanno che se la devono giocare mettendo gli attributi sul tavolo.
Margot decide per una gestione più strategica. Decisione condivisa e pianificata.
Le tedesche di Elena al primo cerchio girano prestissimo. Le mie informazioni cominciano ad arrivare. Nell’ultimo cerchio stratifica, bisogna solo pizzicare salire al massimo e rientrare con una lunga planata. Poi dopo la grande planata rimango stracci di attività a pochi chilometri dal campo. Entrambe raccolgono. Margot sale; Elena fatica. Elena invece di tornare se la gioca con un grande rischio. Parte con la planata verso casa giocando tutto sul sole che ricomincia a filtrare. Tutte la avversarie tornano leggermente indietro nel tentativo di rifare i 3.000 m e puntare casa.
Elena è sopra di noi, sembra spacciata. A 400m sul terreno è li davanti a noi, inclina, sale. E’ 1,6, poi 2,3 m/s. E’ fatta. Non la forzo ad andare sulla collina col primo buon cumulo, comunque sempre sotto la copertura. Le faccio impostare il finale come se la sente.
Margot poco dopo arriva nello stesso punto; stessa sorte. Centra stringe ed è a casa.
Le avversarie per eccesso di prudenza fanno la quota in anticipo ma sono costrette a salire ancora dove poi è salita Elena.
Che gara. Una gara all’attacco per tutte e due. Il coach rientra dopo aver attraversato mezza Australia. Una multa per eccesso di velocità. A nulla è valso far vedere il PC con i trackers, la radio. Millantiamo un’ assistenza per motivi di sicurezza nei confronti dei piloti che sono per aria. Niente da fare.
Negli ultimi chilometri formuliamo stime; Elena è sul podio, forse seconda. Addirittura per un attimo forse anche prima. Che prova, che tachicardia. Fantastiche le nostre atlete. Torniamo in campo; guardiamo i risultati. Margot 5^, Elena seconda in generale!
Quando si dimostra che il coraggio, il coraggio delle proprie scelte vince su tutto. Così nella vita, così in volo. Ragazzi! Goal!!!!!!Goal!!!!!!Goal!!!!!!Goal!!!!!
Ah dimenticavo un’ultima riflessione pacata. Goal!!!Goal!!!!!Goal!!!!Gol!!!!Goal!!!!!
Giornata 10
CAMPIONE DEL MONDO! CAMPIONE DEL MONDO! CAMPIONE DEL MONDO!
Debutto scontato, mi rendo conto. Io non sono Nando Martellini e questi non sono i Campionati del Mondo di calcio. Ma la gioia di un campione e di chi collabora alla costruzione del successo è la medesima, immensa.
Alle 9,00 i TC sono convocati per una riunione importante. Attività di hackeraggio sui trackers che trasmettono le posizioni dei concorrenti in differita di 15 minuti. Qualcuno è riuscito ad estrapolare le posizioni dei trackers in real time. L’Australia confessa in diretta mediante il suo TC afferendo che non si sono infrante regole sportive. Gli OGN mediante i Flarm di fatto sono disponibili a tutti in tempo reale. Bla bla bla, di fatto siamo in presenza di un’infrazione. Nel frattempo si tiene il briefing dei concorrenti. Tema assegnato. La finestra di gara è solamente di 2,5 ore. Propongo un briefing non ufficiale dei TC per capire meglio. Parte un complain di tutti i TC.
La direzione gara prende una prima posizione.: chiede le scuse del TC Australiano, riferirà in sede IGC, ci saranno provvedimenti.
Nel frattempo si schiera, si rimanda, si rimanda, si rimanda non si sta su. Magri (OPS….) manda su una civetta che non sta su. Ma il direttore di gara non ha le palle di Magri per fargli trovare UNA TERMICA a tutti costi e quindi…DAY CANCELLED.
Nel frattempo la Jury esce col provvedimento: 250 punti di penalità per i concorrenti. L’Australia fa ricorso difendendosi. Tempi richiesti strettissimi perché è l’ultimo giorno. UK, USA, Germania e Lussemburgo non sono soddisfatti per la penalità di 250 punti; chiedono la squalifica dei concorrenti. L’Italia non si associa; non è una questione di concorrente ma di TC. La nostra posizione poi è troppo interessata. Stiamo fuori dalla bagarre; abbiamo già capito come finirà. Risulteremo impeccabili.
La Jury si deve esprimere definitivamente ma posticipa la decisione alle 21 della sera; il Presidente infatti è in loco ma i membri si trovano in Europa che è ancora al buio. Morale, non abbiamo il testo definitivo ma sembra che sia stata inflitta una penalità di 25 punti al giorno per tutti i giorni di gara alle atlete Australiane. Non entro nel merito.
Vere sono le lacrime delle concorrenti Australiane, forse vittime, forse conniventi. Vero anche che noi siamo inattaccabili e sul gradino più alto possiamo andarci con questa convinzione. Vi abbiamo raccontato poco di volo e tanto di retroscena. Lo sport qualche volta è anche questo.
Fatto sta che la nostra squadra è terza. Margot è stata fondamentale nel risultato, nello spirito, nell’esperienza. E’ ancora una giovane atleta, come la definiamo noi, e sapremo come stimolarla. Quell’incrocio di sguardo con Elena sul podio, ero lì sotto, rimarranno indelebili per entrambi. Nell’istante di un lampo ho vissuto, ha vissuto, un profondo senso di riconoscenza. E’ la vittoria del serio lavoro quotidiano, senza trascurare dettagli, con impegno costante. Il nobile senso di essersi messo al servizio per una gioia che diviene altrui ma rimane comune per sempre. Anche questo è un modo di vincere.
Oggi il nostro sport è più forte e i messaggi numerosi di autentica sportività che arrivano da tutti voi ci fanno percepire che il nostro movimento può crescere. Sentiamo l’autenticità di quella passione sportiva che è il vero motore della nostra missione.
Grazie Elena.
Qualche giorno fa abbiamo commentato l’ultima giornata di gara dei WWGC attraverso l’articolata successione di proteste e contro proteste dei vari Team e le relative prese di posizione della Giuria in una situazione nella quale le informazioni dal punto di vista ufficiale erano molto scarse. Dobbiamo segnalare, a onor del vero, che l team USA (al pari nostro) non ha provveduto ad effettuare alcuna protesta per chiedere la squalifica dei piloti australiani. Riteniamo che questa nostra precisazione sia necessaria per rendere onore all’atteggiamento, corretto e non speculativo, che il team USA ha tenuto in questa vicenda.