PilotaperSempre è una scuola di volo con radici lontane, risultato di 3 generazioni di pionieri del volo, sportivi e professionisti appassionati. Offre esperienze di volo per neofiti, corsi base e avanzati e percorsi di perfezionamento e preparazione sia sportiva che al mondo delle competizioni.
Sono due gli ambiti di competenza: volo vds su aerei a motore e volo in aliante. I neofiti vivono così un contesto unico nel quale le diverse discipline si contaminano tra di loro e dove è possibile condividere gli stessi luoghi, le esperienze e le emozioni dei piloti più esperti.
Grazie ad uno staff di istruttori e tutors di alto livello capitanati da Riccardo Brigliadori, PilotaperSempre è un riferimento per il mondo del volo sportivo Italiano, ecosistema ideale dove possono crescere i campioni di domani.
Il nostro sogno è che il volo sia vissuto in modo semplice e accessibile, sfatando i falsi miti per cui il mondo dell’aviazione risulta un mondo complesso e per pochi. Infatti il mondo del volo, dalla sua nascita, negli ultimi 120 anni ha fatto un pò di tutto per rimanere lontano dalle persone comuni.
La nostra sfida è avvicinarlo e farlo vivere con semplicità e gratificazione, la nostra soddisfazione è accompagnare nelle piccole e grandi conquiste e vedere negli occhi delle persone la gioia e la sorpresa ogni qualvolta, una volta scese da un areoplano, si meravigliano di quanto il volo in realtà sia un mondo vicino e accessibile.
PERCHE’ VOLARE CON NOI?
Competenza e Esperienza
Siamo ben preparati ed efficaci in ciò che facciamo, abbiamo ampia esperienza nel nostro settore e mettiamo a tua disposizione tutte le nostre skill. Il nostro staff è formato da professionisti e sportivi di alto livello.
Entusiamo e Spirito Sportivo
Siamo positivi ed entusiasti verso ogni nuova conquista, sempre pronti a una nuova sfida con una spiccata attitudine sportiva. Focalizzati in tutto ciò che facciamo, il nostro progetto è farti mirare al raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Accoglienza e Divertimento
Sempre disponibili per parlare e sensibili alle tue esigenze, ci prendiamo tutto il tempo necessario per guidarti nel migliorare le tue competenze. Sempre con il sorriso e il desiderio di divertirsi e vivere insieme la passione per il volo.
Riccardo brigliadori
è nato a milano il 16 novembre 1968 e frequenta aeroporti da quando ha sei mesi.
Laurea in economia e commercio nel 1995, ha passato tutta la vita nel mondo dell’aviazione. Socio fondatore dell’Aeroclub Volovelistico Lariano, di cui il padre Leonardo è stato il fondatore. Dal 1992 al 1996 segue l’attività di formazione dei piloti sportivi di Alzate Brianza. Membro della commissione sportiva di volo a vela dell’aeroclub d’italia dal 1998 al 2002.
Come pilota e come sportivo ha accumulato una grande esperienza in oltre 30 anni di volo:
- Licenza di volo a vela dal 1985
- Attestato vds dal 1992
- Istruttore di volo a vela dal 1992
- Membro della squadra nazionale di volo a vela dal 1988.
- Campione italiano: 1986, 1987, 1988, 1990,1992, 1998, 2003, 2009, 2010, 2011, 2014, 2015, 2017, 2018, 2020.
- Campionati europei: 2° classificato 1991, 1992, 2004, 2019 3° classificato: 2000, 2007; 4° classificato 2015.
- Campionati mondiali: 2° classificato 2022, 3° classificato 2016, 5° classificato 2001, 2003, 2008, 4° classificato 2018
LA STORIA
I primi trionfi sportivi
È il 1953 quando Riccardo consegue il suo primo “C” d’oro in Italia: si tratta del primo volo di 300 chilometri compiuto da un italiano, così come di un guadagno di quota di ben 3000 metri. L’Italia inizia a confrontarsi a livello internazionale, nell’ambito dei primi Campionati del Mondo, e Riccardo è selezionato a partecipare nelle edizioni 1952, 1954 e 1956, tenute rispettivamente in Spagna, Inghilterra e Francia.
All’inizio degli anni Sessanta, Leonardo svolge il servizio di leva a Rieti: un’occasione perfetta per conseguire la licenza di Volo a Motore e di dedicarsi al Volo a Vela, stabilendo i primi importanti record nazionali di Velocità e Distanza.
Leonardo: il più giovane pilota di volo a vela
La passione per il volo guida Riccardo Brigliadori Sr. a conseguire l’Attestato di Volo per Libratore di Alianti (Attestato B) sull’aeroporto di Taliedo, l’aviosuperficie che sarebbe stata successivamente sostituita da Linate. Al termine del secondo conflitto mondiale, Riccardo è da subito attivo nel settore del volo e porta con sé, nei suoi tanti giri tra un aeroporto all’altro, anche il fratello Leonardo che, più giovane di 14 anni, è per lui quasi un figlio. Riccardo diventa ben presto istruttore di volo a vela si pone alla guida del glorioso Aeroclub Volovelistico Milanese (AVM). Grazie al suo indiscutibile carisma, mantiene ininterrottamente il suo ruolo per 24 anni.
Nel frattempo, anche il fratello Leonardo si appassiona al volo e, all’età di soli 14 anni, consegue la licenza di Pilota di Volo a Vela. Si tratta di un evento unico nella storia del volo in Italia: siamo nel 1952, e la normativa non prevede ancora alcuna regolamentazione sull’età minima per il conseguimento della licenza di volo.
Gli aeroplani di Leonardo
Nel 1963, Leonardo partecipa al Campionato del Mondo in Argentina e si classifica quarto. Nel 1964 l’AVM, ormai insediata da diversi anni presso l’aeroporto di Bresso, si trova a dover abbandonare la propria sede a causa di una crescente attività del volo a motore. L’aeroclub volovelistico più grande d’Italia si prepara dunque al grande esodo, e si mette alla ricerca di un aeroporto che dovrà essere costruito con risorse private.
Come nasce un aeroporto
Riccardo, Leonardo e altri amici dell’AVM vanno alla ricerca di un terreno a nord di Milano per poter dare vita al loro aeroporto. Individuano infine un’area a Varzago e vi acquistano il terreno, sul quale nel 1967 iniziano i lavori di costruzione. L’aeroporto di Alzate Brianza viene completato dopo due lunghi anni di lavoro.
Il deltaplano
Attratti da ogni tipo di innovazione in campo aeronautico, Riccardo e Leonardo si imbattono tra il 1973 e il 1974 nei primi esperimenti di volo con deltaplano. Ci riferiamo naturalmente all’ala Rogallo. E così, anche ad Alzate iniziano i primi balzi. “Voli” sarebbe forse un termine eccesivo per definirli. Nel frattempo, si mantengono vive anche le gloriose tradizioni del passato e, ad Alzate, prende il via la consuetudine del volo del 1° gennaio sul mitico Zoegling. L’esemplare, costruito presso il Politecnico di Milano, è poi divenuto di proprietà dell’AVM.
Riccardo sulla vetta d’Europa
All’inizio degli anni Ottanta cominciano le prime affermazioni agonistiche di Leonardo a livello internazionale. Quando nel 1982 si laurea Campione Europeo, è già detentore di una serie di titoli di Campionati Italiani.
Gli inizi di Ricky
Riccardo Jr, figlio di Leonardo, consegue la sua licenza nel 1985, a 16 anni. Anche lui si iscrive alla scuola prima dell’età minima consentita. A 15 anni è già allievo ma dovrà attendere il compimento del 16esimo anno di età per poter effettuare il suo volo da solista. Questo avviene appunto quando Ricky ha precisamente 16 anni e 3 settimane.
La prima e la seconda generazione si incontrano
Iniziano i gloriosi anni della crescita, ad Alzate Brianza, che corrispondono al grande momento dello sviluppo del volo a vela in Italia. Riccardo si concentra sulla parte delle infrastrutture e sulla scuola di volo, Leonardo su quella sportiva e agonistica. La seconda generazione, quella dei figli, cresce sugli aeroporti: quasi tutti i componenti della famiglia, inevitabilmente, diventano piloti. Nello specifico, i figli Riccardo, Marco ed Eleonora nel 1976, Francesco nel 1987.
Gli anni della coppia Leo e Ricky
Sono questi gli anni in cui Leonardo e Riccardo Jr intraprendono il volo di coppia. Partecipano a numerose competizioni e, quasi sempre, si contendono il primo e il secondo posto sul podio. Nel 1988, al suo debutto internazionale, Riccardo Jr trionfa lasciandosi alle spalle tutti, inclusi il campione e il vice-campione del mondo.
Nel 1985 Leonardo è sulla vetta del mondo
Il 1985 è l’anno in cui Leonardo diventa Campione del Mondo, e il primo che l’Italia possa vantare. Si tratta di un successo che è giusta gratificazione per l’intero movimento del volo a vela tricolore. Nei dieci anni precedenti, a questa attività agonistica erano state dedicate innumerevoli energie e l’affermazione a livello mondiale è il coronamento di un sogno. Leonardo dedica la vittoria a tutti i volovelisti italiani. A seguito della conquista del titolo mondiale, Leonardo viene invitato in Nevada dal signor Hilton, il proprietario della nota catena di Hotel. Nel ranch del magnate vengono sperimentati interessanti voli in una zona di maestosa bellezza.
Talento di famiglia
Nel 1992 Leonardo, Riccardo Sr e Riccardo Jr fondano l’AVL, il nuovo Aeroclub con base su Alzate Brianza. Nello stesso anno, Riccardo Jr diventa istruttore e l’AVL conosce i suoi anni più belli. Nel 1995 l’aeroclub, partito praticamente dal nulla, raggiunge le 5500 ore di volo – un record tuttora imbattuto.
Leonardo: il più giovane pilota di volo a vela
La passione per il volo guida Riccardo Brigliadori Sr. a conseguire l’Attestato di Volo per Libratore di Alianti (Attestato B) sull’aeroporto di Taliedo, l’aviosuperficie che sarebbe stata successivamente sostituita da Linate. Al termine del secondo conflitto mondiale, Riccardo è da subito attivo nel settore del volo e porta con sé, nei suoi tanti giri tra un aeroporto all’altro, anche il fratello Leonardo che, più giovane di 14 anni, è per lui quasi un figlio. Riccardo diventa ben presto istruttore di volo a vela si pone alla guida del glorioso Aeroclub Volovelistico Milanese (AVM). Grazie al suo indiscutibile carisma, mantiene ininterrottamente il suo ruolo per 24 anni.
Nel frattempo, anche il fratello Leonardo si appassiona al volo e, all’età di soli 14 anni, consegue la licenza di Pilota di Volo a Vela. Si tratta di un evento unico nella storia del volo in Italia: siamo nel 1952, e la normativa non prevede ancora alcuna regolamentazione sull’età minima per il conseguimento della licenza di volo.
I primi trionfi sportivi
È il 1953 quando Riccardo consegue il suo primo “C” d’oro in Italia: si tratta del primo volo di 300 chilometri compiuto da un italiano, così come di un guadagno di quota di ben 3000 metri. L’Italia inizia a confrontarsi a livello internazionale, nell’ambito dei primi Campionati del Mondo, e Riccardo è selezionato a partecipare nelle edizioni 1952, 1954 e 1956, tenute rispettivamente in Spagna, Inghilterra e Francia.
All’inizio degli anni Sessanta, Leonardo svolge il servizio di leva a Rieti: un’occasione perfetta per conseguire la licenza di Volo a Motore e di dedicarsi al Volo a Vela, stabilendo i primi importanti record nazionali di Velocità e Distanza.
Gli aeroplani di Leonardo
Nel 1963, Leonardo partecipa al Campionato del Mondo in Argentina e si classifica quarto. Nel 1964 l’AVM, ormai insediata da diversi anni presso l’aeroporto di Bresso, si trova a dover abbandonare la propria sede a causa di una crescente attività del volo a motore. L’aeroclub volovelistico più grande d’Italia si prepara dunque al grande esodo, e si mette alla ricerca di un aeroporto che dovrà essere costruito con risorse private.
Come nasce un aeroporto
Riccardo, Leonardo e altri amici dell’AVM vanno alla ricerca di un terreno a nord di Milano per poter dare vita al loro aeroporto. Individuano infine un’area a Varzago e vi acquistano il terreno, sul quale nel 1967 iniziano i lavori di costruzione. L’aeroporto di Alzate Brianza viene completato dopo due lunghi anni di lavoro.
Il deltaplano
Attratti da ogni tipo di innovazione in campo aeronautico, Riccardo e Leonardo si imbattono tra il 1973 e il 1974 nei primi esperimenti di volo con deltaplano. Ci riferiamo naturalmente all’ala Rogallo. E così, anche ad Alzate iniziano i primi balzi. “Voli” sarebbe forse un termine eccesivo per definirli. Nel frattempo, si mantengono vive anche le gloriose tradizioni del passato e, ad Alzate, prende il via la consuetudine del volo del 1° gennaio sul mitico Zoegling. L’esemplare, costruito presso il Politecnico di Milano, è poi divenuto di proprietà dell’AVM.
La prima e la seconda generazione si incontrano
Iniziano i gloriosi anni della crescita, ad Alzate Brianza, che corrispondono al grande momento dello sviluppo del volo a vela in Italia. Riccardo si concentra sulla parte delle infrastrutture e sulla scuola di volo, Leonardo su quella sportiva e agonistica. La seconda generazione, quella dei figli, cresce sugli aeroporti: quasi tutti i componenti della famiglia, inevitabilmente, diventano piloti. Nello specifico, i figli Riccardo, Marco ed Eleonora nel 1976, Francesco nel 1987.
Riccardo sulla vetta d’Europa
All’inizio degli anni Ottanta cominciano le prime affermazioni agonistiche di Leonardo a livello internazionale. Quando nel 1982 si laurea Campione Europeo, è già detentore di una serie di titoli di Campionati Italiani.
Gli inizi di Ricky
Riccardo Jr, figlio di Leonardo, consegue la sua licenza nel 1985, a 16 anni. Anche lui si iscrive alla scuola prima dell’età minima consentita. A 15 anni è già allievo ma dovrà attendere il compimento del 16esimo anno di età per poter effettuare il suo volo da solista. Questo avviene appunto quando Ricky ha precisamente 16 anni e 3 settimane.
Gli anni della coppia Leo e Ricky
Sono questi gli anni in cui Leonardo e Riccardo Jr intraprendono il volo di coppia. Partecipano a numerose competizioni e, quasi sempre, si contendono il primo e il secondo posto sul podio. Nel 1988, al suo debutto internazionale, Riccardo Jr trionfa lasciandosi alle spalle tutti, inclusi il campione e il vice-campione del mondo.
Nel 1985 Leonardo è sulla vetta del mondo
Il 1985 è l’anno in cui Leonardo diventa Campione del Mondo, e il primo che l’Italia possa vantare. Si tratta di un successo che è giusta gratificazione per l’intero movimento del volo a vela tricolore. Nei dieci anni precedenti, a questa attività agonistica erano state dedicate innumerevoli energie e l’affermazione a livello mondiale è il coronamento di un sogno. Leonardo dedica la vittoria a tutti i volovelisti italiani. A seguito della conquista del titolo mondiale, Leonardo viene invitato in Nevada dal signor Hilton, il proprietario della nota catena di Hotel. Nel ranch del magnate vengono sperimentati interessanti voli in una zona di maestosa bellezza.
Talento di famiglia
Nel 1992 Leonardo, Riccardo Sr e Riccardo Jr fondano l’AVL, il nuovo Aeroclub con base su Alzate Brianza. Nello stesso anno, Riccardo Jr diventa istruttore e l’AVL conosce i suoi anni più belli. Nel 1995 l’aeroclub, partito praticamente dal nulla, raggiunge le 5500 ore di volo – un record tuttora imbattuto.
LE IMPRESE
L’atterraggio sotto la grandine (Leonardo)
Nel 1963 Leonardo partecipa ai Campionati del Mondo in Argentina.
Durante una delle prove Leonardo è costretto ad un fuori campo sotto una imponente grandinata.
A causa della scarsissima visibilità la corsa di atterraggio si ferma contro un filo spinato.
La capottina si rompe in decine (quasi centinaia) di piccoli pezzi.
Durante la notte, l’aiutante di Leonardo, Umberto Mantica, ricostruisce la capottina in frantumi tenendo insieme i pezzetti con il cloroformio.
Il giorno dopo il pilota è ai comandi del suo Uribel. Questa generosa operazione notturna consente a Leo
di continuare la gara e di concludere al 4° posto i suoi Campionati Mondiali.
Il lancio con il paracadute (Riccardo Sr)
Fin dai primi anni ’50 Riccardo Sr era solito esibirsi in manifestazioni acrobatiche con l’aliante.
Nel Maggio del 1959, durante una manifestazione sull’aeroporto di Bresso, Riccardo si esibisce in un numero acrobatico su aliante Uribel.
Durante una manovra si spezza il tronco di coda finale probabilmente per una cricca esistente ma non visibile.
A Riccardo non rimane che lanciarsi sotto gli occhi del pubblico.
Non esistono immagine del momento.
Eleonora Brigliadori, sua figlia, ha quindi voluto ricostruire l’accaduto proponendo un disegno con chiara interpretazione artistica.
L’atterraggio nell’Aeroporto di Ghedi (Leonardo)
Nell’Aprile del 1976 Leonardo ed il suo inseparabile compagno di volo Bob Monti stanno compiendo un tentativo
di record sulle Alpi. La giornata è in forte peggioramento e i due si trovano costretti a scivolare dalle montagne
verso la pianura. La pianura offre condizioni di veleggiamento talmente scarse che sono costretti ad atterrare “comodamente” sull’aeroporto di Ghedi. L’accoglienza è ottima ma, sfortunatamente, a bordo dei rispettivi alianti ci sono le macchine fotografiche; attrezzatura indispensabile, all’epoca, per dimostrare il sorvolo di punti caratteristici ai fini della prova del volo record.
La presenza di macchine fotografiche su un aeroporto militare costituiscono un reato penale.
Leo e Bob si giustificano dimostrando che le apparecchiature erano funzionali al tentativo di record di distanza. Naturalmente, alla fine, l’hanno spuntata.
La prima trasvolata in aliante a Rieti (Leonardo)
Nel 1975 era stato indetto un concorso dalla rivista Volo a Vela con l’assegnazione di un premio
al primo pilota che avrebbe compiuto il volo da un aeroporto prealpino del nord Italia a Rieti.
Il 17 Aprile del 1977 il giorno si presenta e Leonardo è pronto al volo.
Raggiunge “in onda” i 5.500 metri di quota nelle valli bergamasche ed attraversa la pianura padana.
Gli Appennini sono già nelle buone condizioni ed il volo prosegue senza particolari difficoltà fino a Rieti.
Il volo è stato effettuato con un aliante Cirrus con 38 di efficienza.
I traini doppi (Leo, Ricky e Riccardo)
Negli anni ’50 non era insolito vedere traini doppi. Un aeroplano cioè che trainava due alianti contemporaneamente. La potenza dei rimorchiatori e le basse velocità d’impiego degli alianti era tale da consentire questa prassi.
Con gli alianti moderni tale prassi è più difficoltosa.
Il traino doppio è stato utilizzato più volte da Alzate da Leo e Ricky per compiere qualche tentativo di record insieme con sgancio in Grigna.
Un combattimento in roccolo – Australia 1987 (Leonardo)
Nel 1987 si disputano i Campionati del Mondo in Australia. Leonardo difende il titolo essendo Campione in carica e,
a metà gara, si trova primo in classifica generale. Durante la settima prova il cielo è blu e molti alianti della classe standard si trovano in un “roccolo” insieme nella stessa termica per guadagnare quota.
Ad un tratto il Discus “LB” viene letteralmente speronato in volo dal polacco Witek. L’aliante perde la metà destra dell’equilibratore. Leonardo sta per buttarsi con il paracadute ma realizza che, in qualche modo, riesce a controllare l’aliante. Si dirige, al quel punto, su un campo ed atterra.
Il giorno stesso Klaus Holighaus in persona, proprietario e progettista della Schempp Hirth, recupera con un aereo a motore un piano di coda di un altro aliante a 1000 km di distanza. Il piano di coda arriva durante i decolli della giornata di gara. Leonardo imbarca il piano di coda e riesce a vincere la prova della giornata.
La trasvolata verso Vienna (Ricky e Leo)
Il 30 Marzo del 1989 è una bella giornata, come spesso capita a fine Marzo. E’ da tempo che aspettiamo condizioni meteo idonee per il volo verso est; Vienna perché no? Arrivati al passo del Tonale scopriamo con piacevole sorpresa che tutto l’est sembra libero. Con me ed il Leo c’è un terzo aliante, quello di Simon Leutenegger – grande amico e rivale dei Mondiali di Rieti – che era ad Alzate in quei giorni. Entrati quindi in val di Fassa decidiamo di proseguire fino a che è possibile. Vienna è fattibile! Purtroppo arrivati a circa 90 km, a causa di seri problemi fisici dovuti al freddo dobbiamo abbandonare ed atterrare a Timmersdorf. L’impresa più difficile avviene il giorno dopo. A Timmersdorf infatti non esiste traino. Lo devono chiamare da Lanzen Turnau. Ma il traino è solo uno e noi siamo in tre. In aggiunta le condizioni meteo non sono quelle del giorno prima. L’aria è ferma e le termiche non partono. Decidiamo quindi di fare un traino in direzione ovest fino a 4.400 metri (è la tangenza del Robin a traino), di più non si può. Con quella quota avremmo planato in Val Pusteria nella speranza di raggiungere le termiche del pomeriggio. A me è capitato l’ultimo turno. Praticamente 2 ore dopo il primo traino di Leo. Leo e Simon arrivano a Bolzano e li riescono a trovare un altro traino che li porta oltre il passo del Tonale per atterrare nell’aviosuperficie di Sondrio. Io arrivo quasi al buio a Bolzano; tento invano di arrivare verso il Tonale ma devo rinunciare. Atterro a Bolzano. Mi verranno a recuperare in auto mio fratello e Francy a notte fonda!
Il primo volo di 1.000 km sugli Appennini (Ricky Brigliadori)
Nel 1993 al termine di una stagione particolarmente secca tento un volo di 1000 km, mai riuscito prima di allora a Rieti. Devo purtroppo cambiare il programma in volo in quanto, a dispetto delle attese, la situazione a sud non è ancora pronta. Volerò comunque i primi 1.000 km liberi effettuati sugli Appennini.
La trasvolata d’Italia – Il volo di Taranto (Leonardo)
Per una delle imprese più incredibili che siano state fatte preferiamo lasciare spazio al racconto della rivista VOLARE.
Ci limitiamo a fare solamente alcune considerazioni. Le giornate che consentono un volo di questo tipo non sono molte. E’ necessario un travaso di vento forte da Nord (il Foehn) che consenta di “fare onda” raggiungendo almeno i 6.000 metri di quota per attraversare la pianura Padana. Ma non basta perché normalmente quando entra il Foehn il centro Italia è ancora interessato da un regime di circolazione depressionaria e quindi di condizioni non volabili.
E’ necessario che la depressione che precede il foehn sia posizionata molto più a nord dei Balcani (dove normalmente invece si posiziona).
In questo caso si trattava di un secondo impulso di vento da nord e la vera depressione si era quindi già allontanata molto ad est.
I 1000 km sulle Alpi (Ricky e Leo)
Da anni tentiamo di effettuare il volo di 1000 km a sud delle Alpi. Finalmente il 13 Aprile 2001 sembra la giornata giusta. Alle 6 del mattino siamo già schierati in linea di volo.
Il decollo tarda a causa della forte umidità che condensa sulle ali.
Decollare con la zavorra d’acqua ed il ghiaccio sulle ali è imprudente. Attendiamo le 7,45 del mattino per prendere il volo. Alle 8 siamo già in onda a 5.000 metri sul monte Bollettone, naturalmente con maschera d’ossigeno.
Tutta la prima parte del volo è fatta in volo d’onda. A 5.000 metri il vento misura più di 100 km/h. Rimarremo in onda fino a Bolzano. Poi l’onda diminuisce ed il volo si trasforma in volo termico.
Non facile, tutto blu. Ma abbiamo il grande vantaggio di essere partiti veramente presto.
Il freddo è terrificante. Riusciamo a mangiare un panino ma di bere non se ne parla. La borraccia pur portata vicino al corpo ghiaccia subito. Non berremo un goccio d’acqua per 11 ore. Siamo arrivati ad Alzate praticamente al buio.
Il lancio con il paracadute (Riccardo Sr)
Fin dai primi anni ’50 Riccardo Sr era solito esibirsi in manifestazioni acrobatiche con l’aliante.
Nel Maggio del 1959, durante una manifestazione sull’aeroporto di Bresso, Riccardo si esibisce in un numero acrobatico su aliante Uribel.
Durante una manovra si spezza il tronco di coda finale probabilmente per una cricca esistente ma non visibile.
A Riccardo non rimane che lanciarsi sotto gli occhi del pubblico.
Non esistono immagine del momento.
Eleonora Brigliadori, sua figlia, ha quindi voluto ricostruire l’accaduto proponendo un disegno con chiara interpretazione artistica.
L’atterraggio sotto la grandine (Leonardo)
Nel 1963 Leonardo partecipa ai Campionati del Mondo in Argentina.
Durante una delle prove Leonardo è costretto ad un fuori campo sotto una imponente grandinata.
A causa della scarsissima visibilità la corsa di atterraggio si ferma contro un filo spinato.
La capottina si rompe in decine (quasi centinaia) di piccoli pezzi.
Durante la notte, l’aiutante di Leonardo, Umberto Mantica, ricostruisce la capottina in frantumi tenendo insieme i pezzetti con il cloroformio.
Il giorno dopo il pilota è ai comandi del suo Uribel. Questa generosa operazione notturna consente a Leo
di continuare la gara e di concludere al 4° posto i suoi Campionati Mondiali.
L’atterraggio nell’Aeroporto di Ghedi (Leonardo)
Nell’Aprile del 1976 Leonardo ed il suo inseparabile compagno di volo Bob Monti stanno compiendo un tentativo
di record sulle Alpi. La giornata è in forte peggioramento e i due si trovano costretti a scivolare dalle montagne
verso la pianura. La pianura offre condizioni di veleggiamento talmente scarse che sono costretti ad atterrare “comodamente” sull’aeroporto di Ghedi. L’accoglienza è ottima ma, sfortunatamente, a bordo dei rispettivi alianti ci sono le macchine fotografiche; attrezzatura indispensabile, all’epoca, per dimostrare il sorvolo di punti caratteristici ai fini della prova del volo record.
La presenza di macchine fotografiche su un aeroporto militare costituiscono un reato penale.
Leo e Bob si giustificano dimostrando che le apparecchiature erano funzionali al tentativo di record di distanza. Naturalmente, alla fine, l’hanno spuntata.
La prima trasvolata in aliante a Rieti (Leonardo)
Nel 1975 era stato indetto un concorso dalla rivista Volo a Vela con l’assegnazione di un premio
al primo pilota che avrebbe compiuto il volo da un aeroporto prealpino del nord Italia a Rieti.
Il 17 Aprile del 1977 il giorno si presenta e Leonardo è pronto al volo.
Raggiunge “in onda” i 5.500 metri di quota nelle valli bergamasche ed attraversa la pianura padana.
Gli Appennini sono già nelle buone condizioni ed il volo prosegue senza particolari difficoltà fino a Rieti.
Il volo è stato effettuato con un aliante Cirrus con 38 di efficienza.
Un combattimento in roccolo – Australia 1987 (Leonardo)
Nel 1987 si disputano i Campionati del Mondo in Australia. Leonardo difende il titolo essendo Campione in carica e,
a metà gara, si trova primo in classifica generale. Durante la settima prova il cielo è blu e molti alianti della classe standard si trovano in un “roccolo” insieme nella stessa termica per guadagnare quota.
Ad un tratto il Discus “LB” viene letteralmente speronato in volo dal polacco Witek. L’aliante perde la metà destra dell’equilibratore. Leonardo sta per buttarsi con il paracadute ma realizza che, in qualche modo, riesce a controllare l’aliante. Si dirige, al quel punto, su un campo ed atterra.
Il giorno stesso Klaus Holighaus in persona, proprietario e progettista della Schempp Hirth, recupera con un aereo a motore un piano di coda di un altro aliante a 1000 km di distanza. Il piano di coda arriva durante i decolli della giornata di gara. Leonardo imbarca il piano di coda e riesce a vincere la prova della giornata.
I traini doppi (Leo, Ricky e Riccardo)
Negli anni ’50 non era insolito vedere traini doppi. Un aeroplano cioè che trainava due alianti contemporaneamente. La potenza dei rimorchiatori e le basse velocità d’impiego degli alianti era tale da consentire questa prassi.
Con gli alianti moderni tale prassi è più difficoltosa.
Il traino doppio è stato utilizzato più volte da Alzate da Leo e Ricky per compiere qualche tentativo di record insieme con sgancio in Grigna.
La trasvolata verso Vienna (Ricky e Leo)
Il 30 Marzo del 1989 è una bella giornata, come spesso capita a fine Marzo. E’ da tempo che aspettiamo condizioni meteo idonee per il volo verso est; Vienna perché no? Arrivati al passo del Tonale scopriamo con piacevole sorpresa che tutto l’est sembra libero. Con me ed il Leo c’è un terzo aliante, quello di Simon Leutenegger – grande amico e rivale dei Mondiali di Rieti – che era ad Alzate in quei giorni. Entrati quindi in val di Fassa decidiamo di proseguire fino a che è possibile. Vienna è fattibile! Purtroppo arrivati a circa 90 km, a causa di seri problemi fisici dovuti al freddo dobbiamo abbandonare ed atterrare a Timmersdorf. L’impresa più difficile avviene il giorno dopo. A Timmersdorf infatti non esiste traino. Lo devono chiamare da Lanzen Turnau. Ma il traino è solo uno e noi siamo in tre. In aggiunta le condizioni meteo non sono quelle del giorno prima. L’aria è ferma e le termiche non partono. Decidiamo quindi di fare un traino in direzione ovest fino a 4.400 metri (è la tangenza del Robin a traino), di più non si può. Con quella quota avremmo planato in Val Pusteria nella speranza di raggiungere le termiche del pomeriggio. A me è capitato l’ultimo turno. Praticamente 2 ore dopo il primo traino di Leo. Leo e Simon arrivano a Bolzano e li riescono a trovare un altro traino che li porta oltre il passo del Tonale per atterrare nell’aviosuperficie di Sondrio. Io arrivo quasi al buio a Bolzano; tento invano di arrivare verso il Tonale ma devo rinunciare. Atterro a Bolzano. Mi verranno a recuperare in auto mio fratello e Francy a notte fonda!
Il primo volo di 1.000 km sugli Appennini (Ricky Brigliadori)
Nel 1993 al termine di una stagione particolarmente secca tento un volo di 1000 km, mai riuscito prima di allora a Rieti. Devo purtroppo cambiare il programma in volo in quanto, a dispetto delle attese, la situazione a sud non è ancora pronta. Volerò comunque i primi 1.000 km liberi effettuati sugli Appennini.
La trasvolata d’Italia – Il volo di Taranto (Leonardo)
Per una delle imprese più incredibili che siano state fatte preferiamo lasciare spazio al racconto della rivista VOLARE.
Ci limitiamo a fare solamente alcune considerazioni. Le giornate che consentono un volo di questo tipo non sono molte. E’ necessario un travaso di vento forte da Nord (il Foehn) che consenta di “fare onda” raggiungendo almeno i 6.000 metri di quota per attraversare la pianura Padana. Ma non basta perché normalmente quando entra il Foehn il centro Italia è ancora interessato da un regime di circolazione depressionaria e quindi di condizioni non volabili.
E’ necessario che la depressione che precede il foehn sia posizionata molto più a nord dei Balcani (dove normalmente invece si posiziona).
In questo caso si trattava di un secondo impulso di vento da nord e la vera depressione si era quindi già allontanata molto ad est.
I 1000 km sulle Alpi (Ricky e Leo)
Da anni tentiamo di effettuare il volo di 1000 km a sud delle Alpi. Finalmente il 13 Aprile 2001 sembra la giornata giusta. Alle 6 del mattino siamo già schierati in linea di volo.
Il decollo tarda a causa della forte umidità che condensa sulle ali.
Decollare con la zavorra d’acqua ed il ghiaccio sulle ali è imprudente. Attendiamo le 7,45 del mattino per prendere il volo. Alle 8 siamo già in onda a 5.000 metri sul monte Bollettone, naturalmente con maschera d’ossigeno.
Tutta la prima parte del volo è fatta in volo d’onda. A 5.000 metri il vento misura più di 100 km/h. Rimarremo in onda fino a Bolzano. Poi l’onda diminuisce ed il volo si trasforma in volo termico.
Non facile, tutto blu. Ma abbiamo il grande vantaggio di essere partiti veramente presto.
Il freddo è terrificante. Riusciamo a mangiare un panino ma di bere non se ne parla. La borraccia pur portata vicino al corpo ghiaccia subito. Non berremo un goccio d’acqua per 11 ore. Siamo arrivati ad Alzate praticamente al buio.
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